di Pier Luigi Ollearo
Gli abitanti di Piverone suoi compaesani, lo hanno sempre chiamato Néftali con l’accento sulla “e”, anziche sulla “a” quindi per comodità non metteremo accenti, ma la singolarità del nome di origine Biblica si deve alla tradizione di famiglia, infatti Battista Ollearo nonno di Neftali, è stato uno dei fondatori dell’Assemblea Evangelica, organica alla Chiesa dei Fratelli, sorta in Piverone nel 1862.
Neftali nasce a Piverone ultimo comune del Canavese orientale, ai confini con il Biellese, mercoledì 8 luglio 1896 in regione Brignone, ai piedi della Serra morenica, da Clemente e da Francesca Clementina Pastore.
Appartenendo ad una famiglia di agricoltori, al termine della classe 3 elementare, dovrebbe aiutare il padre nei campi e far pascolare il bestiame, ma queste prospettive non gli sono congeniali: sogna la meccanica.
Per sua fortuna il padre è mezzadro dell’ing. Camillo Olivetti, a cui spiega che il figlio non vuol diventare agricoltore e gli chiede di farlo lavorare in fabbrica ed è qui nell’officina della Olivetti, che Neftali diventa meccanico e che meccanico!
Partecipa alla prima guerra mondiale, come tecnico addetto ai compressori utilizzati per scavare le nicchie per le mine, viene ferito in modo non grave e questo evento gli consente di tornare a casa vivo.
Nel 1920 avendo sposato Ester Marzone, si trasferisce a Torino in corso Valentino 33, oggi corso Dante dove affitta una bottega, in cui apre un’officina per la manutenzione di biciclette e motociclette.
Quì lo raggiunge il fratello minore Marco, classe 1901 ed anche lui con la passione per la meccanica.
Il lavoro di manutenzione bici + moto ai due fratelli va troppo stretto, non soddisfa la loro propensione per l’innovazione e così nell’inverno, quando c’è meno lavoro, si dedicano alla progettazione e costruzione di un motore a scoppio a 2 tempi di 132 cc.
Nasce così il primo motore OLLEARO, che viene collaudato fissato stretto ad una morsa, messo in moto con una corda avvolta alla puleggia dell’albero motore, come fosse un motore nautico fuoribordo, il cui rumore assordante faceva fuggire il piccolo Roberto, figlio di Neftali e destinato a divenire un pilota, pluricampione nazionale oltre che costruttore di sidecar da competizione.
Neftali Ollearo è un genio della meccanica ed ha una spiccata propensione all’innovazione, che gli consente di realizzare prima delle biciclette a motore e poi delle motoleggere, dotate di soluzioni tecniche altamente innovative ma, non pago dei modelli realizzati, nel 1930 realizza un vero capolavoro, una motocicletta con motore a 4 tempi e trasmissione ad albero cardanico, è un veicolo potente e maneggevole e dotato di una linea estetica che si può ben definire di alto design, che trasmette all’osservatore una piacevole sensazione come di un concentrato di potenza ed eleganza.
Purtroppo questa motocicletta così bella ed avveniristica, ha un difetto terribile sul piano economico: la sua realizzazione costa molto più di prodotti concorrenti, meno belli e prestigiosi ma molto più remunerativi.
Siamo anche in un periodo in cui la moto non è un giocattolo, bensì un mezzo di trasporto e chi ha la moto non ha l’auto e viceversa.
Neftali che è un sognatore tenta di resistere e prova ad organizzare eventi sportivi che possano fare da traino alla fabbrica, fino all’ultimo tragico tornado che oltre a danneggiare la Mole Antonelliana, distrusse le tribune e gli allestimenti realizzati in piazza d’armi per un evento sportivo, producendo un gravissimo danno economico a Neftali, che si era esposto in prima persona.
Nel frattempo alla produzione di motociclette, aveva affiancato un’attività di trasformazione di autovetture in autocarri leggeri, sempre con criteri innovativi.
Poi nel 1962 durante un viaggio a Milano, in autostrada ebbe un incidente d’auto a seguito del quale perse la vita.
Neftali Ollearo ha lasciato il ricordo di una personalità forte, decisionista a volte con difficoltà di relazione soprattutto con i collaboratori, ma con lui se n’è andato un tecnico di grandissimo valore e capace di “visioni” assolutamente innovative, basti pensare che nel 1930 la OLLEARO 175 era l’unica moto italiana di serie, con trasmissione ad albero.
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